Tra la Senna e il Tamigi

Quando Parigi, messa a ferro e fuoco dalla guerra franco-prussiana nel 1870, si trasformò in un campo di rovine,  numerosi artisti  che si erano lì stabiliti decisero di fare i bagagli e partire. Molti scelsero Londra, come rifugio, per rimanervi più o meno a lungo e poi magari ritornarvi a più riprese nel corso degli anni, anche perché il Regno Unito era allora all’apice della propria potenza e da quelle parti il mercato dell’arte  era in piena effervescenza.

Proprio agli impressionisti sbarcati in terra britannica, alcuni dei quali, come Monet, Pissarro, Sisley, inizialmente ancora sconosciuti e senza un soldo, è dedicata la mostra Les Impressionnistes à LondresArtistes français en exil, 1870-1904, aperta il 20 giugno scorso al Petit Palais di Parigi e in calendario fino al 14 ottobre 2018.  

Tra i capolavori esposti, che rappresentano i più diversi aspetti della Londra del tempo – la vita mondana, il Tamigi, le brume, le scene rurali della periferia –, spiccano, oltre ad alcuni splendidi dipinti di James Tissot, le sei viste del Parlamento di Londra di Monet, realizzate dal pittore tra il 1900 e il 1904, in parte durante il suo ultimo soggiorno a Londra, in parte nell’atelier di Giverny.

Tutte riunite in un’unica sala, le sei tele sono messe a confronto con Westminster (1878) di Giuseppe De Nittis, che regge più che bene il confronto. Del barlettano, unico italiano in mostra, si possono ammirare al Petit Palais anche Piccadilly (1875) e The National Gallery (1877), tra le testimonianze più significative che un pittore abbia lasciato della vita, dell’aspetto, dell’ “umore” di una città e di un popolo in un dato momento della sua storia. Il percorso dell’esposizione si conclude con alcuni lavori di Derain risalenti al 1906-1907, la cui tavolozza dai colori vivaci e intensi si contrappone alle delicatezze di Monet, anticipando il fauvismo