Serafino Macchiati, pittore “ancor troppo ignoto”

Nato  a Camerino, nelle Marche, arrivato giovanissimo a Roma poco dopo l’unità, quindi approdato a Parigi nel 1898 per restarvi fino alla morte (1916), Serafino Macchiati è stato un artista eternamente in bilico tra l’attività di illustratore, per la quale è oggi più conosciuto, e quella di pittore. “Un grande pittore nostro ancor troppo ignoto”, scriveva Enrico Piceni, che ricordava il ruolo fondamentale svolto da Angelo Sommaruga, leggendario ex editore della “Cronaca Bizantina”, nella scoperta del marchigiano. Fu lui infatti, tra i primi, ad apprezzarne l’abilità anche con i pennelli. Una possibilità per scoprire i diversi aspetti dell’artista e i suoi rapporti con Vittore de Grubicy e l’entourage divisionista livornese, giunge oggi dalla mostra in calendario alla Pinacoteca Comunale Carlo  Servolini di Collesalvetti (LI) fino al 24 febbraio. Serafino Macchiati. Moi et l’autre. Le frontiere dell’Impressionismo tra euforia Belle Époque e drammi della psiche: questo il titolo dell’esposizione, a cura di Francesca Cagianelli e Silvana Frezza Macchiati. Quattro i dipinti messi a disposizione dalla Fondazione Piceni: tre paesaggi, a testimoniare le visioni vibranti e intense che il pittore ci ha lasciato della campagna francese, e Dopo il galà, una tra le immagini più note dell’altro versante della sua produzione, quello di ascendenza simbolista.