Novant'anni di "giallo"

«Il titolo ‘giallo’ proposto da me non piacque a nessuno, salvo – lo ricordo come fosse ora – a Suo padre che mormorò: ‘Giallo… giallo… vedo già le edicole piene di volumi gialli… il Giallo Mondadori’». Così rivelò Enrico Piceni nel 1985 in una lettera a Mimma Mondadori, figlia di Arnoldo. In effetti fu lui, Piceni, ad avere l’idea del colore, sulla falsariga dei yellow books inglesi, colore che da allora è diventato sinonimo, in Italia, di mistero, di film poliziesco, di caso di cronaca nera insoluto, andando a costituire nel nostro Paese un genere letterario nuovo che racchiude tutto ciò che all’estero si divide in mistery, detective story, thriller. Sono passati 90 anni dall’uscita del primo “Giallo” Mondadori”, nel settembre del 1929, La strana morte del signor Benson di S.S. Van Dine, tradotto proprio da Piceni, sotto pseudonimo.

Precisiamo, tuttavia,  che la famosa copertina – sfondo giallo e al centro un esagono rosso (in seguito un cerchio)  con l’illustrazione – si inseriva nella prassi mondadoriana di distinguere le collane in base al colore («Libri verdi», «Libri azzurri») e che a dirigere la serie fu dall’inizio Lorenzo Montano, scrittore, traduttore, nonché collezionista di polizieschi e profondo conoscitore della letteratura anglosassone. Fu un’iniziativa molto fortunata, quella dei “Gialli” – che promettevano “in ogni pagina un’emozione” -, i primi quattro titoli andarono a ruba. Poi, nel 1933, il genere arrivò in edicola con i “Gialli economici”, e continuò “a non far dormire gli italiani”, nonostante i colpi di scure del regime fascista – che stabilì tra l’altro che i criminali dovevano essere sempre stranieri – e malgrado fosse da alcuni considerato letteratura “plebea”. Oggi la più celebre, forse, tra le creature Mondadori ha raggiunto il traguardo dei novant’anni e sembra godere di ottima salute, tra novità e tradizione: se i giovani preferiscono leggerlo in e-book, i grandi autori restano quelli di sempre, prima fra tutti la cara, vecchia Agatha Christie.