L'omaggio di Parigi a due "grandi" della modernità

Dopo la mostra dedicata a Félix Fénéon (1961-1944) nelle sale del Musée de l’Orangerie (Félix Fénéon. Les temps nouveaux, de Seurat à Matisse, 16 ottobre 2019-27 gennaio 2020) – ovvero al critico d’arte e letterario, giornalista, collezionista d’arte africana e dell’Oceania, anarchico, dreyfusardo, strenuo difensore di Seurat e del neo-impressionismo, oltre che della poesia di Mallarmé e della prosa di Joyce –, Parigi rende omaggio a un altro protagonista della scena culturale francese a cavallo tra XIX e XX secolo con l’esposizione Joris-Karl Huysmans critique d’art. De Degas à Grünewald (Musée d’Orsay, 26 novembre 2019-1 marzo 2020). Senza trascurare il romanziere, è soprattutto del cronista e del critico d’arte che si tratta, nell’allestimento curato dall’artista bresciano Francesco Vezzoli. In effetti, è proprio l’attualità artistica, a partire dal 1876, a catturarlo sempre più. Che si tratti del Salon ufficiale e della pittura accademica, o delle esposizioni degli impressionisti, Huysmans manifesta una verve, una lucidità e un’ironia che colpiscono o scandalizzano i contemporanei, anche per l’indipendenza di pensiero, scevra da qualsiasi forma di manicheismo. Decisiva, per lui, la scoperta di Degas, che considerava il più originale e il più ardito tra i seguaci del naturalismo, determinato in pittura dagli impressionisti e da Manet. Un confronto senz’altro stimolante, quello tra Fénéon Huysmans, che pur nella loro diversità furono entrambi spiriti fini e caustici, nonché grandi figure critiche della modernità.