La collezione in una stanza

“Sono un egoista. Mi tengo la mia collezione per me e per qualche amico. E’ tutta nella mia stanza, intorno al letto”.
Sono parole di Claude Monet, che nel corso della vita riunì pazientemente un copioso gruppo di dipinti, disegni e sculture, oltre a numerose stampe giapponesi. Il pittore custodiva gelosamente questi tesori nella propria stanza, appoggiati in fila su lunghe, strette bacheche nella casa di Giverny, sua ultima dimora. Oggi, la preziosa raccolta, frutto di regali, scambi fra artisti e acquisti, anche costosi, almeno da quando l’autore delle Ninfee incominciò a poterseli permettere, è visibile al Museo Marmottan di Parigi, che fino al 14 gennaio 2018 ospita l’esposizione Monet collectionneur.

In mostra un centinaio di opere: quadri di Cézanne, tra cui la Partie de pêche, uno dei primi dipinti a entrare nella collezione, Manet, Renoir, Caillebotte, Pissarro, Berthe Morisot. Insomma, tutta la squadra impressionista, ma anche Paul Signac, uno dei pionieri del post-impressionismo alla fine degli anni 1880. L’occasione, dunque, è di quelle da non perdere per conoscere amicizie e gusti del Maestro francese, e rifarsi gli occhi davanti a quel che resta di un importante nucleo di opere andato parzialmente disperso prima della seconda Guerra mondiale, quando il figlio e unico erede di Monet, Michel, vendette parte della raccolta per soddisfare la sua passione per i safari africani.