Come la prima donna

Da qualche mese Joséphine Baker, la ballerina e cantante della “Revue nègre” che si affermò nelle années folles e divenne famosa per i suoi gonnellini fatti di banane,  riposa con i grandi di Francia – Alexandre Dumas, Voltaire, Hugo, tra gli altri – nel Panthéon di Parigi. Ma se oggi il sex-simbol esotico di origine creola afroamericana e amerinda degli Appalachi, naturalizzata francese, è anche la sesta donna, e la prima nera, a ricevere tale onoreficenza, lo si deve al suo ruolo attivo nella Resistenza contro l’occupazione nazista e nella lotta contro il razzismo. Anticonformista, eccentrica, generosa, cresciuta nel ghetto di St. Louis, nel Missouri, ha saputo diventare una leggenda. “Sì, Joséphine è ‘nature’ come la prima donna: ma il serpente ha dovuto, per sedurla, tramutarsi in sassofono”. Ricordiamola così, con queste parole di Enrico Piceni, per il quale la regina del music-hall, con la sua voce “selvatica e imprevista”, le sue “nenie gracili e profonde”, non “danza, nuota nella musica”.