Ottocento “minore”

Mentre i Macchiaioli impazzano da una mostra all’altra, e viene annunciata una nuova esposizione, a Novara, sugli italiens de Paris, tra i quali gli immancabili Boldini, De Nittis e Zandomeneghi, giunge la notizia dell’apertura, a Bologna, di un nuovo museo, oltre che centro di ricerca, dedicato alla pittura felsinea a cavallo tra XIX e XX secolo. Oltre ottanta le opere della collezione permanente, tra olii, acquarelli, bozzetti, ecc., di artisti quali  Fabio Fabbi, Luigi Busi, Giovanni Paolo Bedini e tanti altri. La preziosa occasione ci riporta, anche se indirettamente, a Enrico Piceni, che mai trascurò nella sua attività di critico d’arte i cosiddetti “minori”, come per esempio alcuni esponenti della pittura lombarda: andare sottobraccio per le vie del sogno con i piccoli Maestri era una cosa che non gli dispiaceva affatto. Pazienza se l'incontro non aveva il peso di un'avventura oceanica; poteva comunque rivelarsi, per lui,  un viaggio stuzzicante. Così, oggi, la novità in arrivo da Bologna ci ricorda che la pittura dell’Ottocento, anche quella meno conosciuta, continua ad affascinare chi le si avvicina e che di solito ne viene catturato per sincera attrazione, ovvero per la gioia degli occhi, o per amor di conoscenza.