All'Università i cimeli del Bagutta

Lieto fine per la preziosa raccolta della mitica trattoria Bagutta, che rischiava di andare dispersa dopo il fallimento del locale nel 2016. È il terzo “post” che dedichiamo alla vicenda (dopo quelli del 22 novembre 2016 e del 22 giugno 2017), e siamo ora felici di annunciare che il “tesoro” un tempo custodito in Bagutta abbia trovato una nuova casa permanente, vale a dire presso l’Università Bocconi, nella sede di via Roentgen 1, dov’è visibile a chiunque ne faccia richiesta, scrivendo all’indirizzo di posta elettronica o telefonando allo 02.5836.3023.

In tutto sono 450 i pezzi in mostra, una mostra unica nel suo genere allestita da Daniela Volpi, che ha saputo ricreare l’atmosfera irripetibile di un piccolo universo e di un mondo scomparso, tra dipinti, libri, documenti. La collezione, che era stata venduta all’incanto e salvata dalla famiglia di Gianfelice Rocca, comprende, tra l’altro, alcune tra le più belle vignette di Giuseppe Novello e i menù di Mario Vellani Marchi, con le caricature dei personaggi più significativi che frequentavano il locale, una combriccola di pittori, illustratori, pittori, giornalisti, uniti dalla passione per il buon cibo e il bello scrivere e disegnare. Tra gli altri, Paolo Monelli, Riccardo Bacchelli, Fofo Franchi, Silvio Negro, Enrico Piceni e Orio Vergani, che su un’insegna di legno ha lasciato scritto, a proposito di quelle riunioni irridenti e conviviali dove nacque, tra l’altro, nel 1926, il primo premio letterario italiano, il premio Bagutta, appunto: “Ci si riunisce alla milanese, si mangia alla toscana, si paga alla romana. Perfetta trinità della raggiunta unità d’Italia”.